Disegno di Legge di Stabilità 2014: disposizioni in materia previdenziale e documento di proposte Cida
Il Disegno di Legge di Stabilità 2014 introduce, per il triennio 2014-2016, una significativa modifica del meccanismo di perequazione automatica delle pensioni.
Il provvedimento dell’Esecutivo, al comma 1 dell’art. 12, ha previsto che l’indicizzazione della pensione non avvenga più applicando ciascuna aliquota di rendimento alla rispettiva fascia pensionistica (100% applicato sulla quota di pensione fino a 3 volte il minimo INPS, 90% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 5 volte il minimo INPS, 75% sulla quota di pensione superiore a 5 volte il minimo INPS) secondo il meccanismo applicato alle prestazioni pensionistiche sino al 2011.
Il testo del disegno di legge, per il triennio 2014-2016, prevede che l’indicizzazione della pensione avvenga attraverso l’applicazione di un’unica aliquota di rendimento sull’intero importo pensionistico. L’individuazione dell’aliquota di rendimento da applicare avviene sulla base del valore complessivo dello stesso trattamento pensionistico secondo la tabella che segue:
Importo mensile dellapensione | Aliquota di rendimento | |
3 volte minimo INPS | 1.486,29 | 100% |
Fino a 4 volte il minimo INPS | Fino a 1.981,72 | 90% |
Fino a 5 volte il minimo INPS | Fino a 2.477,15 | 75% |
Oltre 5 volte il minimo INPS | Oltre 2.477,15 | 50% |
Per chiarire il funzionamento del meccanismo sopra descritto, ipotizziamo una pensione di importo mensile lordo pari a € 2.500; l’indicizzazione di tale pensione avverrà applicando sull’intero importo pensionistico (quindi € 2.500) la relativa aliquota di rendimento, quindi quella pari al 50% del coefficiente di perequazione previsto.
La previsione più negativa che si riferisce al 2014 è che l’indicizzazione non sarà riconosciuta con riferimento alle fasce di importo superiori a sei volte il trattamento minimo INPS. Di conseguenza, nel 2014, le pensioni di importo superiore a € 2.973 mensili lordi non verranno indicizzate.
A decorrere dal 2017, in assenza di ulteriori interventi, verrebbe ripristinato il meccanismo di perequazione delle pensioni per fasce in vigore nel 2011 (100% sulla quota di pensione fino a 3 volte il minimo INPS, 90% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 5 volte il minimo INPS, 75% sulla quota di pensione superiore a 5 volte il minimo INPS).
Si conferma, al comma 4 dello stesso art. 12, che, a decorrere dal 1° gennaio 2014 e per un periodo di tre anni, sugli importi dei trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 150.000 euro lordi annui, è dovuto un contributo di solidarietà pari al 5% della parte eccedente il predetto importo fino a 200.000 euro, nonché pari al 10% per la parte eccedente 200.000 euro e fino a 250.000 euro e al 15% sulla quota di pensione eccedente tale limite.
DOCUMENTO DI PROPOSTE CIDA
D’intesa con la CIDA, Federmanager ha predisposto un documento che esprime le posizioni contrarie al tema del blocco della perequazione e formula delle proposte sia sulla specifica questione sia su altri temi valutati prioritari tra cui la riduzione del cuneo fiscale ed il contenimento della spesa pubblica. Il documento, oltre ad essere presentato nelle audizioni che saranno convocate con le parti sociali, sarà inviato ai componenti le Commissioni parlamentari competenti.
Perequazione automatica delle pensioni
Per il triennio 2014-2016, adottare un meccanismo di perequazione delle pensioni che recuperi l’impostazione vigente nel 2011 (aliquote di rendimento decrescente per fasce di reddito pensionistico e non sull’intera pensione) con un decalage più accentuato per le fasce più elevate:
- 100% fino a 3 volte il trattamento minimo
- 90% tra 3 e 5 volte il trattamento minimo
- 75% tra 5 volte e 6 volte il trattamento minimo
- 50% tra 6 volte e 12 volte il trattamento minimo
- 30% oltre 12 volte il trattamento minimo
Applicare un coefficiente correttivo per i pensionati con un’età superiore ai 70 anni per dare una risposta al fabbisogno economico che cresce con l’aumentare dell’età anagrafica per soggetti che sono prevalentemente privi di altre fonti di reddito. Più precisamente abbiamo proposto, a partire dalla terza fascia (75%), un aumento della perequazione del 10%.
Rivedere le aliquote di rendimento per il calcolo delle pensioni con il sistema retributivo, per contenere il riconoscimento di importi pensionistici di ammontare molto elevato.
Estensione dell’opzione al sistema contributivo
Offrire un’opportunità a coloro che sono usciti dalle aziende e sono ancora distanti dalla maturazione dei nuovi requisiti di accesso alla pensione estendendo a tutti i lavoratori la possibilità di opzione per il sistema di calcolo contributivo che, al momento, è prevista, in via sperimentale fino al 31.12.2015 solo per le donne che hanno raggiunto 57 anni di età e 35 di contributi (comma 9 dell’art. 1 della Legge n. 243/2004).
Esodati
Per giungere a una soluzione definitiva, allargare la platea dei salvaguardati a coloro che maturano i requisiti sulla base della normativa vigente prima della riforma Fornero entro il 2015 anziché dalla data di decorrenza della pensione.
Indicizzazione pensioni 2014
Sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali http://www.lavoro.gov.it/AreaStampa/comunicati/Pages/2013_10_08_Precisazione-su-pensioni.aspx è stata pubblicata una nota del Ministero che chiarisce il meccanismo di indicizzazione che si intende applicare per il 2014.
E ciò a seguito di imprecisioni riportate dagli organi di stampa.
In tale nota si chiarisce in modo molto esplicito che la perequazione viene riconosciuta per tutti i trattamenti pensionistici fino all’importo pari a sei volte il minimo INPS (2973 euro mensili lordi).
La perequazione sarà sterilizzata, quindi, non su tutta la pensione ma soltanto sulla quota di pensione eccedente tale importo.
Ci troviamo quindi di fronte non all’ennesimo blocco della perequazione come avvenuto da ultimo per il 2012 e 2013 (per tutti gli importi superiori a tre volte il minimo INPS, circa 1400 euro mensili lordi) ma a una parziale sterilizzazione del meccanismo perequativo sulla sola quota di pensione eccedente, come detto, l’importo pari a 2973 euro.
Più precisamente, l’indicizzazione sarà piena (100%) fino a tre volte il minimo; sarà ridotta al 90% sulla quota di pensione oltre tre e fino a cinque volte il minimo; sarà ulteriormente ridotta al 75% sulla quota di pensione oltre cinque e fino a sei volte il minimo; sarà sterilizzata soltanto sulla quota di pensione oltre sei volte il minimo.
Federmanager sulla Legge di stabilita’
Federmanager, con riferimento al tema della perequazione automatica, ha incontrato l’On. Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera; il Ministro del Lavoro Giovannini ed il Sen. Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro Senato.
In tutti questi incontri ha sostenuto l’iniquità di una ulteriore sterilizzazione della perequazione automatica su pensioni medio-alte (ma tutt’altro che d’oro) e sulle loro conseguenze nel tempo.
E’ anche grazie alle azioni della Federazione che la legge di stabilità, reintroduce, dal 2014 il meccanismo perequativo per tutte le pensioni, fino all’importo pari a sei volte il minimo Inps (€ 2.972,50/mese lordi) ed eliminando ogni tetto dal 2015.
Lo fa rimodulando in basso le fasce di rivalutazione ma riducendo di molto gli effetti negativi di un blocco totale, come avvenuto da ultimo per il 2012 e 2013 sulle pensioni di importo superiore tre volte il minimo Inps (€ 1.405,05/mese lordi per il 2012 e € 1.441,56/mese lordi per il 2013).
Fermo restando la valutazione comunque negativa di questa ennesima operazione ridistributiva a carico dei pensionati, occorre tener conto che si era in presenza di un’ipotesi ben più negativa e, cioè, di conferma di un blocco totale e permanente.
Al momento, invece, la Federazione non è riuscita ad impedire la reintroduzione del contributo di solidarietà sulle pensioni dai 100.000 € in su, un contributo che al di là dei dubbi sulla sua costituzionalità, ci vede contrari ad una applicazione indistinta e generalizzata che prescinde da una verifica della storia contributiva che ha dato vita a queste pensioni.
Al di là di alcune situazioni effettivamente “fuori misura” disturba la gogna mediatica cui è sottoposto chi è titolare di una pensione medio-alta; nonchè assistere a posizioni politiche che alimentano l’odio sociale e negano il merito.
Federmanager ha espresso la propria delusione sul contenuto della legge di stabilità: si poteva e si doveva fare molto di più – link alla video intervista su Labitalia – per incidere sui mille rivoli della spesa pubblica improduttiva, per rendere il ruolo dello Stato più leggero e meno invasivo, per evitare il proliferare di nuove tasse dai nomi fantasiosi e che assorbiranno per intero, se non di più, il modestissimo importo che verrà restituito alle imprese e ai lavoratori dalla revisione del cuneo fiscale.
Si apre ora un percorso parlamentare: anche su questo fronte Federmanager cercherà di svolgere una giusta ed equilibrata azione di sensibilizzazione.
Comunicato stampa Federmanager – Pensioni dirigenti: basta con la demagogia e le mezze verità
Siamo ancora una volta di fronte ad una vera e propria azione strumentale e manipolatoria realizzata attraverso titoli giocati sul “sensazionale”, attraverso omissioni e mezze verita’.
Questa la reazione a caldo di Giorgio Ambrogioni – Presidente Federmanager – alla lettura dell’articolo pubblicato oggi su “Affari e Finanza” dal titolo “Le pensioni di lusso dei dirigenti, un buco da quasi quattro miliardi”.
Nell’articolo in parte lo si ammette: i dati del cosi’ detto “buco” sono fortemente falsati da errate imputazioni contributive da parte dell’Inps: e’ lo stesso coordinamento generale statistico attuariale dell’Inps chiede “una riclassificazione dei risultati del bilancio tecnico, da realizzare attribuendo alle contabilita’ separate degli ex fondi elettrici e telefonici e dell’ex Inpdai le componenti di entrata e uscita riguardanti i non iscritti, che nel documento originario risultano invece attribuite alla contabilita’ ordinaria, coerentemente con le modalita’ previste per lo scioglimento dei preesistenti fondi”.
Se la giornalista ci avesse contattato le avremmo poi segnalato che nessuno ha mai tenuto conto che nella confluenza dell’Inpdai all’Inps abbiamo trasferito un patrimonio immobiliare che il ministero valuto’ 6.500 miliardi di lire (3.350 milioni di €uro).
Manca poi tutta una serie di partite minori tra Inps e Inpdai (trasferimenti, crediti, etc.) valutati 1.834 milioni di €uro.
Questo perche’ una volta per sempre si faccia chiarezza e la si smetta con forzature e strumentalizzazioni.
Infine, sottolinea Ambrogioni, vorremmo sapere come mai si parla sempre di Inpdai e mai degli altri fondi confluiti nell’Inps e cioe’: telefonici, elettrici e trasporti, fondi anch’essi in forte disequilibrio.
Smettiamola poi di parlare di “pensioni d’oro” ponendo l’attenzione solo sull’importo della prestazione: per me, conclude Ambrogioni sono d’oro tutte quelle pensioni non sostenute da adeguata e corrispondente contribuzione e tra queste vanno messe sicuramente le migliaia di baby pensioni pubbliche erogate dopo piu’ di 15 anni di contributi; e potremmo fare tanti altri esempi.
E ricordiamoci, infine, quali furono le forze sociali che si opposero all’introduzione per tutti del contributivo nel ’95 con la riforma dini.
Se lo si fosse fatto oggi non saremmo qui a reintervenire con evidente iniquita’ sulle pensioni medio/alte.
adnkronos_pensioni_14_ottobre
affarifinanza
No all’ennesimo blocco della perequazione delle pensioni
Si apprende in queste ore che il Governo ha deciso, per il 2014, il blocco della perequazione automatica delle pensioni di importo superiori a sei volte il minimo Inps: € 2.973 lordi/mese, pari ad € 38.644 lordi/anno.
Questo significa che pressochè tutte le pensioni dei quadri, tecnici, dirigenti, magistrati, professionisti ed alte professionalità vengono chiamate ad un ennesimo e per nulla accettabile sacrificio.
Questo è un approccio che penalizza per l’ennesima volta livelli pensionistici tutt’altro che d’oro e, pertanto, sarà da noi contrastato con decisione in ogni sede politica e istituzionale, anche se siamo portati a ritenere possa essere alternativa ad altre e ben più pesanti ipotesi di prelievo sulle pensioni medio-alte circolate nei mesi scorsi.
Si informa, inoltre, che già nel corrente mese di ottobre prenderanno avvio le prime cause promosse da federmanager sull’illegittimità del precedente blocco perequativo per gli anni 2012-2013 (mentre per il contributo di “solidarietà” applicato agli ex Inpdai la prima causa è calendarizzata per marzo 2014) auspicando che un positivo iter dei nostri ricorsi possa aiutare a contrastare questa ennesima iniziativa iniqua del Governo.
Agevolazione contributiva per assunzioni di over 50 e donne in stato di disoccupazione
• donne di qualsiasi età, residenti in aree svantaggiate e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
• donne di qualsiasi età, con una professione o di un settore economico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
• donne di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.In attesa di una Circolare esplicativa del Ministero del Lavoro circa l’applicazione complessiva degli incentivi alle categorie sopra citate, per il momento, l’Inps ha fornito chiarimenti con riferimento specifico soltanto alla categoria degli over 50, “privi di un impiego regolarmente retribuito” da oltre 12 mesi così come inteso secondo i criteri decreto ministeriale del 20 marzo 2013. L’età, salvo le eccezioni esplicitate nella Circolare, deve essere considerata al momento della decorrenza dell’originaria assunzione.L’incentivo consiste in uno sgravio contributivo del 50% a vantaggio dei datori di lavoro – comprese le cooperative che instaurino con soci lavoratori un rapporto di lavoro subordinato, nonché le imprese di somministrazione – che effettuino nuove assunzioni a tempo determinato, indeterminato – part time o full time – ovvero trasformino a tempo indeterminato un precedente rapporto a termine agevolato, purché sia, in quest’ultimo caso, entro la scadenza del beneficio. Sono esclusi dal beneficio i rapporti di lavoro domestico, intermittente e accessorio.L’agevolazione spetta per la durata di:
– 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato;
– 12 mesi se l’assunzione è a termine. Il limite complessivo è di 18 mesi in ipotesi di successiva stabilizzazione del rapporto – 12 mesi in caso di proroga.Come risulta evidente, i soggetti destinatari delle agevolazioni in esame coincidono con alcune delle categorie a cui sono rivolti anche gli incentivi dell’Azione “Manager to work” degli Avvisi pubblici di Italia Lavoro per ex dirigenti o quadri disoccupati. A tale proposito, sentiti anche i tecnici di Italia Lavoro, si segnala la possibilità di cumulare i due differenti tipi di incentivi.Difatti negli Avvisi di Italia Lavoro non sono previsti ulteriori limiti di cumulabilità oltre quelli espressamente indicati, per cui si rinvia ad una valutazione specifica della concreta cumulabilità delle rispettive agevolazioni a seconda del caso concreto: ad esempio non è possibile il cumulo nell’ipotesi di collaborazioni a progetto della durata di almeno 12 mesi, in quanto tipologia non prevista dal testo della Circolare in esame.